Archive for the 'l’autoradio canta' Category
Appunto, dopo 15 anni
15 anni fa ero qui.
“dove sono? qui” (cit. louis sal)
ho trovato un altro video in cui qualcuno si muove in maniera potentemente espressiva, insieme a questa bellissima musica *
No comments.exploring
e così.. l’altro ieri è stato il mio 45esimo compleanno
come spesso avviene, rischiavo di NON festeggiare
me ne sarei pentito molto
invece ho raccolto un piccolo gruppo di colleghi/amici e, spero, tutti siamo stati bene
ginc si era messo a mettere un po’ di musica, e poi l’ha seguito anche Janet
Janet credo abbia messo solo un disco:
Alopecia degli Why?
mi piace molto
Janet è sicuramente tra quelle 4 o 5 persone da cui accetto con la massima apertura suggerimenti musicali
per il resto, spesso non è tanto il “contenuto” in sé a non piacermi
ma il modo in cui mi viene proposto, purtroppo il risultato è che poi quel particolare artista mi casca in culo
non è bello
c’è il sole. il mio umore è decente
1 commentooh
io questo aspettavo.
quanta noia
quante cose grigie
mi sono detto: ma c’è qualche spiraglio, è anche abbastanza vicino e abbordabile
uno di questi era: un ascolto di radiostart.it
una sorta di link nel tempo, indietro nel tempo, quando ero anche io tra i programmisti di Radio Città (credo non sia sbagliato considerare radiostart.it il proseguimento ideologico (e elettromagnetico) di Radio Città )
l’ho fatto ora, e sono capitato nel programma “il tempo di un altro disco” di Fabio Ciminiera
e ho beccato un trio che, ovviamente, non conoscevo, ma mi ha catturato subito.
DIO, quanto sarebbe stato bello, un giorno, salire in macchina di qualcuno e trovare una musica del genere.
e io gli avrei detto: “grazie! come ti sono riconoscente. anziché farmi sentire diviso, mi hai fatto sentire coinvolto“
https://wejazzrecords.bandcamp.com/track/moulindjek
No commentsintrappolato
BOC: trapped
No commentsroots
quante volte, magari
tornavo a casa, e sentivo la musica che sentiva papà nel suo studio
e la trovavo, magari, noiosa
….[POST INTERROTTO]
dall’inadeguatezza del luogo e del contesto in cui ho deciso di scriverlo.
No commentscapolavoro scoperto nel 2022
Spirit of the Beehive – The Server is Immersed
No commentsvia tutti
oggi è 1 settembre
come amo fare, mi sono dato “un obiettivo”
per questo mese: ascoltare solo musica italiana.
questa mattina.. cosa ho ascoltato? “Gravità 9.81” degli Arti & Mestieri
l’ho inviata anche a Silv, che mi ha risposto di aver suonato con il loro sassofonista
poi ho ascoltato (ho iniziato ad ascoltare) Giudizi Universali di Bersani
ma poi è arrivato Pierluigi e abbiamo fatto colazione alle Torri Camuzzi
ora sono in ufficio e.. come avevo in mente di fare..
sto ascoltando La Voce Del Padrone di Battiato
papà . dove ti trovi, fisicamente, ora?
stai bene? sei sereno?
ti voglio tanto bene
ti vorrei tanto abbracciare
sarò vicino alla mamma
trolls mi ha chiesto se gli presto un’elettrica, che mi ridarà il 4
ho risposto “yes”
non so ancora con quale delle 2 uscirà di casa mia
No commentsboy in a room
non mi fa impazzire come suona la batteria, ma…
è definitivamente la descrizione di un mio pomeriggio ideale
(Flynscot, youtube, cover: Weight off by BBNG & kaytranada)
No commentsvita di pi
kelly lee owens – ON
questo video mi devasta. lo trovo molto poetico. separazione (o morte)
e la mia sintesi: ok, dopo una separazione così sofferta, non è forse giusto dire che la nostra vita è distrutta per sempre?
io non credo di riuscire a voler superare il passato.
mi sembra più onesto continuare a ripetere ogni giorno che la vita è una merda. niente a senso (cit. Lamentazioni.org)
e attendere quel giorno, per trovare la pace.
“perché da vivi.. la pace nun ce l’avevano” (cit. Richard Benson stavolta)
No commentsdoveva essere una cosa bella
mi è successo n volte
tipo.. sto in macchina con qualcuno, questo qualcuno inizia a sciorinare una serie di brani musicali, magari mi chiede se ne conosco qualcuno; ma sostanzialmente non sembra interessato al fatto che io li stia apprezzando oppure no. che io stia bene oppure no. che io mi senta soggiogato oppure no.
voglio dire: se fosse stato senza di me in quel momento, si sarebbe comportato alla stessa maniera.
oppure a Capodanno, dove qualcuno si mette davanti al PC e monopolizza la scelta della playlist della serata, senza dare l’idea di voler far partcipare anche gli altri.
ho sempre vissuto male questi episodi. ma probabilmente è un discorso più ampio.
ci sono persone che, a pelle, mi hanno sempre e subito trasmesso una certa propensione a condividere (o forse dovrei dire meglio: convivivere) le cose, non solo la musica. A vivere veramente certi momenti “alla pari”. definirei queste persone dei comunisti sociali 🙂
altri invece (tipicamente con un forte carattere), mi hanno sempre dato l’idea di non preoccuparsi più di tanto di saper leggere lo stato d’animo dell’altro.
figuriamoci, quindi, avere un’idea dei suoi gusti.
Agli occhi di un osservatore qualunque, vista in mezzo ai suoi compagni di giochi molto più socievoli, Judy, una bambina di quattro anni, potrebbe sembrare un classico tipo da tappezzeria. Quando è il momento di giocare, esita a prendere parte all’azione e ne resta ai margini invece di immergersi in essa. Tuttavia, Judy è un’abile osservatrice della politica sociale nell’ambito della sua classe di scuola materna – forse la più sofisticata, fra tutti i suoi compagni, nella comprensione dei sentimenti altrui.
Questa sua dote emerge soltanto quando l’insegnante riunisce Judy e i suoi coetanei per fare quello che essi chiamano il Gioco della Classe. Questo gioco – che consiste in un modellino dell’aula di Judy, come una casa di bambole, con figurine che hanno al posto della testa delle piccole fotografie dei bambini e dell’insegnante – è un test per valutare la percettività sociale. Quando l’insegnante le chiede di mettere ciascun bambino nella zona della classe dove esso ama di più stare – l’angolo delle attività artistiche, quelle delle costruzioni, e così via – Judy è in grado di farlo con grande accuratezza. E quando le si chiede di mettere ciascun bambino insieme a quelli con cui ama di più giocare, Judy sa mettere insieme tutti gli amici migliori.
(from Daniel Goleman, “Intelligenza emotiva”)
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