PeaceLink Crackdown
  In mezzo a questa grande ondata di sequestri c'e' un episodio anomalo, che non sembra rientrare nel quadro del "FidoBust". Fuori dal contesto dei sequestri ordinati dalla procura di Pesaro nel maggio '94, il 3 giugno dello stesso anno un nuovo provvedimento di sequestro ha colpito Taras Communication, il sistema di messaggeria telematica gestito da Giovanni Pugliese.

 A quel tempo Taras Communication era il nodo centrale della rete PeaceLink, incaricato di raccogliere e smistare ogni giorno centinaia di messaggi relativi a nonviolenza, ecologia, cooperazione internazionale. Cosa rende questo episodio diverso dalle altre decine di sequestri avvenuti in quel periodo ? In questo caso l'azione su Taras non sembra avere la funzione di intimidazione dell'underground digitale che ha caratterizzato i sequestri nati da Hardware I, ma si tratta di un'operazione locale e individuale.

 Sono molti i misteri che aleggiano attorno al "PeaceLink CrackDown". Chi sono le "persone degne di fede" pronte ad assicurare di aver visto sborsare dalle 50 alle 200mila lire per ogni collegamento a Taras Communication? Se ne parla in un comunicato del capitano Cazzato della Guardia di Finanza alla Procura della Repubblica di Taranto. C'entrano qualcosa in tutto questo i ripetuti monitoraggi realizzati da parte dei servizi segreti non solo su PeaceLink, ma in generale su tutto il panorama dell'underground digitale italiano?

 Il reato contestato a Giovanni Pugliese e' il 171bis della legge 633/41 sul diritto d'autore: "Chiunque abusivamente duplica a fini di lucro, programmi per elaboratore, o, ai medesimi fini e sapendo o avendo motivo di sapere che si tratta di copie non autorizzate, importa, distribuisce, vende, detiene a scopo commerciale, o concede in locazione i medesimi programmi, e' soggetto alla pena della reclusione da tre mesi a tre anni e della multa da L. 500.000 a L. 6.000.000". Insomma non semplice detentore ma spacciatore e commerciante di programmi protetti da copyright.  Tutto l'iter processuale relativo a questa accusa e' ancora in piedi dopo una perizia da dieci milioni che ha rinvenuto solamente una copia non registrata del Word 6, ovviamente non disponibile per il prelievo, ma sufficiente per dimostrare il teorema dell' "importazione, distribuzione e vendita" a scopo di lucro. Come si vede, a differenza dei sequestri fidonet, in questo caso la strada verso la chiarezza e' ancora molto lunga e ripida.

LA PREISTORIA DI PEACELINK

  Per capire meglio il contesto nel quale nasce il sequestro di Taras va detto che le iniziative di PeaceLink nascono al di fuori della telematica: PeaceLink affonda le sue radici nelle attivita' dell'Associazione per la Pace di Taranto, che assieme a Pax Christi e a tutto il mondo dell'associazionismo tarantino ha da sempre costituito un segno di contraddizione e una voce molto scomoda. Prima ancora che circolasse anche un solo messaggio di posta elettronica sulla rete PeaceLink, esisteva una rete di persone e di idee nonviolente che ha mantenuto e perseguito gli stessi fini cambiando solo i mezzi, passando dal ciclostile al computer portatile usato come "redazione intinerante", fino ad arrivare alla potenza rivoluzionaria delle reti di "telematica povera", realizzabili anche con computer e modem ormai troppo antiquati per connessioni Internet.

 Parallelamente, a Livorno, la sede locale della stessa Associazione per la Pace scopre la potenza dei mezzi telematici, ed e' proprio dall'incontro di un Pacifista di Livorno (Marino Marinelli) con un Pacifista di Taranto (Alessandro Marescotti) che nel 1992 nasce la rete PeaceLink, con il grande supporto umano e tecnico di Giovanni Pugliese, che si occupa appunto del nodo centrale della rete.

PACIFISTI SCHEDATI

 Come ulteriore elemento di valutazione e di comprensione di questo ennesimo mistero italiano, e' importante sapere che l'attenzione dei servizi segreti per il movimento pacifista viene da molto lontano. A Taranto, ad esempio, in occasione della raccolta di firme per il referendum popolare contro la seconda base navale, agenti della Digos si presentarono dai promotori chiedendo di acquisire i nominativi dei firmatari. A Grottaglie, un paese in provincia del capoluogo ionico, la "Casa della Pace" del Movimento Internazionale di Riconciliazione - di ispirazione non violenta e gandhiana - ha promosso (ed ottenuto) una delibera comunale sul non sorvolo di arei militari in esercitazione, sullo schema di un'analoga delibera di Casalecchio di Reno; la Digos si e' allora presentata e ha richiesto di acquisire l'elenco degli aderenti alla Casa della Pace.

 Allargando l'orizzonte al di la' del panorama tarantino, l'attivita' di schedatura risale ad una tradizione dei servizi di sicurezza nazionali: 157.000 fascicoli informativi su deputati, senatori, dirigenti di partito, sindacalisti, intellettuali, professionisti, industriali e persino su 4.500 sacerdoti e "cattolici impegnati" nei primi anni Sessanta, come appurato da una Commissione parlamentare d'inchiesta sul "Piano Solo", citata da Sergio Zavoli ne "La notte della Repubblica". Tale attivita' informativa - un tempo orientata essenzialmente verso "i comunisti" - e' stata poi rediretta verso quelle formazioni come i gruppi pacifisti e i circuiti dei centri sociali, che non appaiono organici con la politica di alleanze militari di cui l'Italia fa parte.

 Vi sono fondati motivi di ritenere che PeaceLink, in quanto rete finalizzata a rendere potenzialmente intercomunicanti in tempo reale tali formazioni, sia entrata a far parte di un'"informativa" condotta nel 1992 a Taranto. Non sarebbe la prima volta che il popolo delle BBS attira l'attenzione dei servizi segreti, che nelle loro relazioni annuali hanno aspramente denunciato l' �oltranzismo ideologico� dei network di telematica sociale, colpevoli soltanto di aver realizzato spazi di comunicazione non omologata.

UNA PERIZIA DA DIECI MILIONI

 Giovanni Pugliese ha ricevuto non molto tempo fa un decreto di condanna penale che lo condanna al pagamento di una multa da dieci milioni, equivalenti al pagamento delle prestazioni effettuate dal perito (un perito FONICO) per stabilire il contenuto dell'hard disk di Giovanni. Di fronte all'assurdita' di questo grottesco provvedimento e' nata una campagna che ha come obiettivo l'affermazione dei principi di giustizia e verita' in merito al PeaceLink Crackdown. Chiunque puo' collaborare semplicemente inserendo nella propria Home Page il "Rainbow Ribbon" (nastro arcobaleno) presente sul sito web di PeaceLink <www.peacelink.it>.

UNA RETE DI COMPUTER E SOLIDARIETA'

  La rete di solidarieta' e di appoggio che si e' creata intorno a PeaceLink e a Giovanni Pugliese e' grande e continua ad estendersi. PeaceLink ha raccolto la sfida lanciata da chi avrebbe avuto interesse a metterla in ginocchio e da quel fatidico Giugno del '94 non solo ha fatto sentire sempre di piu' la sua voce attraverso la rete di BBS, ma ha anche contribuito alla realizzazione di vari libri e numerosi articoli e testi sulla Telematica per la Pace, ha realizzato un Gateway con l'Internet per diffondere i suoi messaggi in tutto il mondo oltre che sul circuito italiano di BBS, ha inviato un "peacelinker" in Africa dove la rete ha "adottato" la comunita' Keniota di un missionario comboniano che accoglie bambini di strada. Da quella comunita' adesso vengono diffuse in tutto il mondo via Internet informazioni di prima mano sull'Africa non soggette alla censura e al filtraggio delle grandi agenzie di stampa internazionali.

 Con sottoscrizioni volontarie e molte ore di lavoro e' stato realizzato il server "Alex Langer", collegato all'Internet 24 ore su 24, che ora costituisce uno spazio libero e gratuito per associazioni, piccoli editori, riviste indipendenti e gruppi di volontariato che possono diffondere le loro informazioni in rete senza sottostare alle logiche dell'economia, seguendo solo la legge della solidarieta'.

 Dopo il giro di vite che ha chiuso il suo nodo centrale PeaceLink si e' trasformata, diventando anche una associazione di volontariato oltre che una rete telematica, affiancando solidarieta' concreta a solidarieta' digitale. Cio' comunque non toglie importanza e gravita' ai fatti accaduti, non toglie urgenza e necessita' di chiarire al piu' presto e definitivamente questa vicenda, per affermare l'innocenza di Giovanni Pugliese.

Al di la' di tutte le sentenze piu' o meno veritiere, questa innocenza la puo' verificare chiunque semplicemente avendo a che fare con lui (in rete o fuori). Quello che e' piu' difficile scoprire e' chi ha avuto e continua ad avere interesse a zittire una voce pacifista e nonviolenta che ha imparato a fare uso della telematica. Forse questo rimarra' un altro dei mille misteri italiani. Ma quello per cui ci piace sperare e lottare e' che finalmente Davide, armato solo di un personal computer e un modem, riesca a far crollare Golia. Ci piace vedere come da un computer portatile fatto circolare nelle scuole, nei sindacati, nelle case della gente comune, possa partire un vento di speranza. Ci piace rivendicare uno spazio di liberta' "in rete" per la cultura della pace e della nonviolenza, e per una informazione libera e non soggetta alle logiche di mercato. Ci piace essere editori e produttori delle nostre informazioni e dare ad altri la possibilita' di esserlo. Ci piacciono i nostri sogni di sempre, e dal Giugno '94 ne abbiamo uno in piu': risolvere uno dei mille misteri italiani. A colpi di modem.

Carlo Gubitosa

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