Archive for December, 2006

Non ci posso credere

December 28th, 2006 | Category: vita

..di essere a Berlino. E di esserci arrivato ieri.

Ieri tutto e’ andato storto.

Aspettavo Piergiorgio per prendere l’autobus alle 14.30, verso Roma.

Lui e’ partito da Teramo, col treno, ALLE DODICI. Con largo anticipo, no?

Invece no.. si e’ “distratto” (una signora e’ caduta) ed e’ stato capace di perdere la coincidenza Giulianova-Pescara. Lol.

Allora ha telefonato ad un fantomatico amico, che sarebbe accorso da Teramo per portarlo in macchina a Pescara, di tutta carrera, ma poi si sono fatte le 14.15 e dell’amico nemmeno l’ombra..

– autobus per Roma definitivamente a troie.

Allora ricorro all’amico Roberto, lo costringo psicologicamente ad anticipare il suo ritorno a Roma.

Lungo il tragitto ci fermiamo a Scafa a caricare Clorinda:


E cosi’ arriviamo al casello di Roma. Solito delirio.

Nel bordello, Piergiorgio prende il portatile dal portabagagli e smanetta un po’ col bluetooth.

Voleva redirigere il segnale di un cellulare nelle vicinanze sulla sua scheda audio.. avete capito dove si voleva andare a parare no?

Cmq lo scopo di Piergiorgio era in realta’ collegarsi a Internet e dara un’occhiata ai treni.

Si stava facendo tardi e Roberto non aveva voglia di sbattersi per portarci direttamente all’aereoporto.

Cosi’ vediamo che c’e’ un treno alle 18.47, mi pare, che in 15 minuti ci avrebbe portato a Ciampino.

Mi sembrava tutto impossibile. Era troppo tardi. Forse Roberto temeva gia’ che l’unico modo era portarci direttamente in aereoporto..

Cmq arriviamo a Roma Termini. Facciamo per prendere il treno, insomma.

Arrivati al bigliettaio veniamo smontati completamente: col treno + navetta per raggiungere l’aereoporto avremmo impiegato 1 ora, a detta di kullu’.

L’aereo partiva alle 19.55, il check-in si chiudeva 40 minuti prima, quindi in mezz’ora dovevamo essere LI’.

Ci consiglia un taxi come tentativo disperato.

Io, credetemi, ero STRASICURO che avremmo perso l’aereo, che avremmo dormito a Roma a casa di non so chi.. o che avremmo passato la notte in aereoporto fino al prossimo volo (ah, caro Emi…), e che avremmo perso i soldi dei biglietti.
Becco un tassista con una faccia di cazzo. Gli chiedo se puo’ portarci. Lui mi chiede dove dobbiamo andare. Gli dico Ciampino. Gli calano le palle. Chiede consiglio ad un suo collega che aveva la faccia ancora piu’ DIMMERDA e insieme convengono che non hanno voglia di portarci a Ciampino.

Ringrazio e ciao.

Poco piu’ avanti c’era un altro taxi, era in marcia, ma andava pianissimo (traffico): gli ho messo quasi le mani sul cofano. Gli ho chiesto: “E’ libero?”

“Dove dovete andare?”

“Ciampino”

“Ok salite”.

Saliamo.

Piergiorgio gli chiede in quanto tempo saremmo potuti arrivare all’aereoporto.

“1 oretta”.

“Ce la fa in un quarto d’ora?”

Il tassista non va in panico. Ci prova.

Nel frattempo io pensavo.. oddio kussu’… chissa’ che si vuole inventare.. mo’ ci succhia euri a gogo e ci lascia a Ciampino..

Nel frattempo si metteva a parlare al cellulare coi suoi colleghi. Ci stava veramente troppo. Mi sembrava tutto ancora piu’ folle. Come se non se ne fregasse un cazzo della nostra urgenza.

Poi vedevo che, a certi incroci, si sporgeva un po’, dava un’occhiata, e poi prendeva un’altra strada. Ha imboccato cunicoli assurdi.
Alla fine ci ritroviamo sulla superstrada.

C’e’ qualche speranza. Erano tipo le 19.10.

In qualche secondo siamo arrivati. Praticamente con quasi 5 minuti di anticipo all’orario di chiusura del check-in (cmq una follia).

Lo ringraziamo a palla. Io gli dico che e’ un angelo. 35 euri.

Corriamo a votamazza verso l’interno.

A quel punto, siamo dentro un videogioco. Mi piace viverla cosi’. Dove cazzo bisogna andare?

In qualche modo siamo arrivati al punto giusto. La fila era vuota.. c’era solo una persona davanti a noi. Che era li’ per il check-in DEL VOLO SUCCESSIVO.

Parliamo col tizio. Gli facciamo vedere i biglietti. Lui chiama al telefono non-so-chi: “Abbiamo 2 last per Berlino, ce la fai?” – dall’altro capo devono aver risposto si’.

Nel frattempo era tornato per me il momento di provare ansia per il volo.

M’era salita anche la sera prima, quando mi sono messo al letto.

(chissa’ quale tossico ha inventato il termine “risalire” per esprimere la cosa. cmq e’ efficacissimo)

Provo a chiamare 2 volte Emiliano. Ma lui non risponde. Era in chiesa.

Lui mi aveva consigliato di mettermi vicino al finestrino, in modo da vedere l’ala.

Mi sono messo esattamente li’. Anzi, mi sono messo proprio in corrispondenza dell’uscita di emergenza.

L’aereo parte in retromarcia. Poi gira, si mette in carreggiata. Inizia ad accelerare a palla.

Alla fine si inclina. Lo stacco e’ morbido. Un po’ di sudore freddo. Ma mi sentivo ok. Da fuori si vedeva uno spettacolo molto bello, peccato che era gia’ tutto buio.

Il volo del ritorno in Italia e’ alle 7 di mattina đŸ˜›

Improvvisamente ho avuto voglia di prendere l’aereo per andare ovunque.

Siamo arrivati a Berlino senza sapere nulla. Ne’ dove si trovava esattamente il posto del congresso, ne’ dove stava l’ostello.

Ci ficchiamo in un bar. Piergiorgio deve prendersi qualcosa da accompagnare alla medicina.

Io provo a vedere se ci possiamo connettere, magari becchiamo isazi e ryuujin in chat e ci parliamo.

(orgoglioso dell’adesivo)

L’amico Mircha ci aveva detto che era “tutto ok” e che aveva pensato a sistemarci nello stesso posto dove stavano loro.

Non era vero un cazzo.

Ci dirigiamo verso la Metro. Prendiamo un biglietto.. senza la certezza che sia giusto.

Sulla metro c’era una ragazza troppo carina. L’ho guardata a lungo. E’ lei che ci ha aiutato a cambiare metro per arrivare a destinazione.

Ho avuto voglia di regalarle la collana pirografata. O quantomeno di lasciarle un contatto.

Fanstasticavo di tornare in futuro a Berlino solo per rivederla sulla metro.

Arriviamo alla stazione di Alexander Platz.

Telefoniamo. Ryuujin ci dice di uscire dalla parte dove “si vede lo svirione”.

Svirione e’ la parola chiave di queste giornate. Significa wrustel, ma non solo.

In questo caso lo svirione era:

Incontriamo finalmente isazi, Mircha e ascii.

Mangiamo. Facciamo un giro nel palazzo dove si tiene il congresso.

E’ superfluo dire che si tratta di un evento dove ci sono ben altri soldi dietro, rispetto ai nostri hackmeeting.

Qui si paga, 20 euro al giorno. E’ abbastanza.

Sembra di essere al Palazzo dell’ONU.

Qui non si puo’ dormire, per una questione di immagine, credo. O di decoro.

Qui ci sono persone che fanno cose incredibili.

p.s. ci sono stati tantissimi ostacoli, per scrivere questo post.

Cio’ mi ha convinto che DOVEVO FARLO đŸ™‚

La rete wireless qui non funziona per un cazzo…
Sono andato in giro come un rabdomante. Alla fine ho avuto la meglio, seduto per terra davanti la porta di uno dei bagni. Poi e’ finita la batteria del portatile, mentre scrivevo ………

Allora sono tornato nell’open space, ho preso l’alimentatore, e ho ripreso posizione qui vicino al cesso per riconnettermi.

Ora sono diventato il punto magnetico di tutti gli italiani qui al congresso. Mi stanno tutti intorno, qualcuno legge quello che scrivo sul monitor (cosa che io detesto profondamente).

Ecco, sono di nuovo solo.

Torno di la’ :*

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Portante

December 23rd, 2006 | Category: vita

Mentre guidavo

mi chiedevo quale fosse il fascino delle metafore.

Solo lo stuzzicante piacere di trovare analogie tra 2 elementi?

C’e’ una metafora che mi sta a cuore.

Spero che abbiate visto Matrix.

La scena in cui i disubbidienti aiutano Neo a conoscere per la prima volta la realta’.

“Agganciare la portante”.

Io la sento, questa portante. Sento quando scorre a pochi centimentri da me, manifestandosi attraverso la telefonata di un amico

un incontro

una passeggiata in bici in una via mai percorsa

un concerto

un viaggio.

Non sempre la aggancio. A volte lascio che il suo ronzio vada dritto.

Ma quando la afferro, succedono cose quasi incredibili. La misura di cio’ e’ sempre nel rapporto con gli altri.

Dalla mia bocca escono frasi che non avrei mai potuto dire, diversamente.

Le persone mi rispondono con frasi che non avrei potuto mai sentire, diversamente.



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The friendship

December 19th, 2006 | Category: vita

“L’amicizia non e’ guardarsi a vicenda, ma e’ guardare insieme nella stessa direzione”

(Antoine de Saint-Exupery) 

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Magnity

December 17th, 2006 | Category: vita

rAnDoMiZe–

December 15th, 2006 | Category: vita

Oggi sono rimasto a lavoro mezz’ora in piu’.

Primo giorno senza DoM al mio fianco.

Ieri DoM voleva cancellarsi l’account dalla sua (ex) macchina.

userdel -r dom

Niente. “User still logged in”.

Ma non era vero. Ha riprovato varie volte, nisba.

Il pc si rifiutava di cancellargli l’account. E’ stato molto strano.

Ad ogni modo, da buon avvoltoio, oggi mi sono impossessato del suo computer. E della sua sedia đŸ˜€

Ero indeciso se installare Windows o Linux. Pensavo che forse era il caso di usare Windows, per non avere grane MAI, ma poi ho pensato a me stesso, alla mia vita, ai miei cari, al fatto che ogni mattina mi sarei guardato allo specchio, e ho messo Slackware 11.

Verso le 19 mi chiama DoM. Mi chiede se andiamo a L’Aquila a riprendere la sorella. E mi chiede anche come si raggiunge L’Aquila. Al che, io lo chiedo a trolls.

a questo punto vorrei finalmente citare un episodio di forse 18 anni fa: eravamo a casa di Gianluca a giocare al telefono senza fili. non mi ricordo assolutamente la frase iniziale. ma so che all’ultimo del giro arrivo cosi’:

“passa un’aquila e dice: LA MERDA”

Cmq non posso accompagnarlo.. ho le prove. Afrika.

Torno a casa, mi autocucino la solita piadina + mozzarella + prosciutto.

Sms di Mauro: “Prove sfanculate” (Ferc avrebbe scritto: “Prove a troie”).

Richiamo DoM. Aveva appena imboccato l’asse attrezzato. Gli dico di tornare indietro. Lui accetta.

Poi mi richiama: si e’ ritrovato praticamente davanti al casello, e col cazzo che sarebbe tornato. Afrika Bambaataa.
Cosi’ mi ritrovo alle 20 circa, in pratica ho gia’ cenato, e deciso di fare questa esperienza: seguire una lezione online dei bravi ragazzi di oilproject.org

Sono MESI che mi arrivavano le loro email… ma ogni volta succedeva che non potevo partecipare.
Stasera ho potuto, in effetti.

Vado sul sitarello, e aspetto che comunichino il nome del server e la password.

Li’ becco nervosud, che mi suona familiare. Poi capiamo che ci siamo conosciuti al Linux Day.

Inizio a sentire la lezione. Non e’ che capissi molto, ma mi faceva piacere: almeno era stimolante (un po’).
Ad un certo punto vedo un nick, una persona che mi cerca; mi dice di voler riallacciare i rapporti col PescaraLUG.

Da come scrive, e dalle cose che chiede, e da quanto tempo ci metteva a rispondere, ho pensato che fosse un rincoglionito totale.

Poi mi chiede se mi puo’ chiamare su Skype. Io gli dico.. ok. E mi chiama.

Inizia a parlare. La voce e’ molto gentile. Gli do’ tra i 30 e i 40 anni.

Mi chiede cose assurde. Sembra non capire cose ovvie.

Ma ho deciso di essere molto paziente e disponibile.

Parliamo proprio di questo, infatti.

E io gli dico che conoscero’ forse 100 “amici informatici”; ma sono solo 2 o 3 le persone con cui mi trovo bene a parlare, persone che non hanno necessariamente bisogno di farti sentire stupido (perche’ loro, ovviamente, si sentono o si sono sentiti stupidi eccome).

Poi mi parla della sua vita. Sembrava una palla. Poi ho scoperto che in realta’ ha fatto molte cose. Una persona disposta a “buttarsi”.

Mi parla del karma. Mi chiede se io ci credo. E’ il mio ident su irc.

un giorno devo realizzare un quiz per quelli di #nuvole: “associa il nick all’ident”. che fine ha fatto sk|des|nk?

Il tipo con cui ho parlato non si e’ reso conto, forse, che io ho visto la sua homepage (era nel suo profile di Skype).

Ho visto la sua foto. Non mi sembra di averlo gia’ visto in giro. Mi ha parlato di una sua tortuosa storia sentimentale. Sta per andare a prendere la sua fidanzata in Polonia (ma lei e’ ucraina).

Mi ha detto: non ricordavo, da buon cittadino di prima classe, quante difficolta’ ci fossero per i cittadini di terza classe.

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People

December 15th, 2006 | Category: vita

Macerie

December 10th, 2006 | Category: vita

Quante ce ne sono in giro.

Quante ne causiamo.

Quante ce ne cadono addosso.

Telefonate annunciate e mai fatte.

Regali comprati e mai consegnati.

Tiramisu’ promessi e mai cucinati (… o magari si’, dopo un beffardo promemoria).
La strada era semplice. Bastava immedesimarsi.
Ma inconsciamente non volevo farlo, perche’ avevo paura delle evidenze a cui sarei andato incontro.

Scoprire che non esisto solo io. E scoprire che non e’ possibile convincere le persone coi trucchi.

Con le sorprese.

Con gli egoistici gesti che chiamiamo regali.

Come se fosse semplice convincere qualcuno ad amarci (spostare una montagna sarebbe piu’ facile).

A questo punto, sono io che devo tagliare il cordone.

Va tutto bene, direi.

Non ho cercato lavoro mai. Nemmeno un secondo. Praticamente ne ho gia’ uno, a 5 minuti da casa in macchina.

E mi hanno telefonato per offrirmene un altro, che rifiutero’, a 5 minuti da casa a piedi.

Eppure, a quanto pare, non sono l’unico a cui il lavoro e’ piombato in casa, travestito da sogno americano.
Dalla vita ho avuto tutto. Benessere. Affetto. Una famiglia piu’ che agiata.

Non posso volere anche l’amore. Sarebbe troppo, un’offesa al genere umano.

Dovrei fregiarmi del titolo di merda, insomma.

Affanculo la mediocrita’.

Affanculo il vostro bisogno di aggrapparvi ai giudizi, manco fossero la Stella Polare.

“una serie infinita di ottuse illazioni piove da ogni parte del cielo”

Affanculo ai vampiri, che volteggiano nella mondanita’ per succhiare. Succhiare atteggiamenti. Succhiare modi di fare, di dire. Succhiare tecniche.

“ingordi falchi dal temibile sguardo svolazzano impazienti sulle ambite carcasse”
Affanculo chi non vede un cazzo nemmeno se gli si struscia una cappella sulla guancia.

“spesso mi capita di assumere strane posizioni nell’attesa goffa di un evento variopinto”

Buona Domenica

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