Archive for the 'vita' Category

oggi sono felice perchè

November 29th, 2010 | Category: vita

..sono entrato nei sogni di una persona a cui voglio bene e che è stata importante per me

..perchè i miei zii hanno pronunciato frasi che non avrei immaginato (a mia cugina)

..perchè P. è andata a comprarsi un giubbino

..perchè ho risolto un problema informatico che mi portavo dietro da giorni. e l’ho risolto oggi, ovviamente

..perchè sono andato nella stanza di R., senza timore

..perchè ho telefonato a Mauro e gli ho chiesto “che ti magni stasera?” e lui “mah.. giusto un tè.. qualche biscotto” e poi, invece, ha mangiato: un bel pezzo di polpettone di mia nonna + patate al forno + 3 cordon bleu (e del vino rosso ovviamente)

..perchè il mio ciGGino ha ritirato il referto e.. andrà tutto bene 🙂

..perchè ferc ha saputo che a Gennaio lo richiameranno a lavorare alla Caritas

..perchè i buenRetiro sono qui riuniti per la cena davanti alla tv (Saviano)

..perchè, chissà, forse ho trovato lavoro ad un’amica che conosco da un giorno. o meglio, da una manciata di ore

..perchè un’altra mia amica non avrà quello stesso lavoro perchè qualcuno la giudica troppo attraente (?)

..perchè pensavo che fosse un film di cazzo, invece porterò sempre dentro di me questa scena:

httpv://www.youtube.com/watch?v=TLzqrY0FVx4&feature=related

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Lo scintillìo delle divise

October 23rd, 2010 | Category: musica,vita

Ci ho ripensato qualche giorno fa, quando ero a casa con F. e stavo suonando la chitarra.
F. mi ha chiesto “di chi è questo pezzo?”.
Era Zoot Allures, di Frank Zappa.

In assoluto, la prima cosa che io abbia mai sentito di Frank Zappa.
La nascita del mio rapporto con FZ fu una bella coincidenza.

Di Zappa avevo solo letto (e riletto) alcune sue interviste contenute nel libro “Guida alla musica pop”, uno di quei libri si trovavano in giro per casa per merito di mio padre.
guidamusicapop

Zappa mi aveva colpito, mi aveva fatto nascere una grande curiosità di ascoltare la sua musica.
Senza che vada a riprendere il libro, mi ricordo quasi perfettamente questo frammento di intervista:

d: “come mai ha deciso di suonare musica rock insieme ad un’orchestra?”
r: “vede, i ragazzi di oggi non hanno mai visto un’orchestra. e se ne hanno vista una, è stata in televisione, in bianco e nero, in formato 40×20. noi possiamo dare a questi giovani moltissime nuove informazioni”

a parte questo, di Zappa in giro per casa non c’era null’altro.
intendo, a parte la foto di FZ seduto sul water, che mio padre aveva conservato dal “Times” comprato in Inghilterra.

fz

un giorno, credo fosse il ’93, decisi di registrare un film col videoregistratore.
lo programmai per iniziare alle 20 e … di andare avanti per 3 ore.
sapevo che il film durava 2 ore, ma io per “sicurezza” scelsi così.

il film che volevo registrare era “1997: fuga da new york”.
cosa finì DOPO il film?

una tal trasmissione musicale, con una voce femminile che spiegava che tra poco avrebbero trasmesso un concerto de “..il mitico FRANK ZAPPA”.

io ero sul divano. dissi tra me e me “ah!”
credo di poter dire, a ragione, che da lì la mia vita è cambiata.
e da lì che mi venne voglia di suonare la chitarra.
era come se avessi sempre ascoltato musica in bianco e nero, ed ora finalmente c’era musica a colori.
poi era tutto così diverso anche nel look.. sembravano tutti appena usciti dalla palestra. non si preoccupavo troppo dell’immagine.. quello che contava era la musica!
il primo brano di quel concerto fu appunto Zoot Allures.

(l’assolo vi farà venire il mal di testa, e il brano che c’è attaccato dopo non è molto bello)

httpv://www.youtube.com/watch?v=eAmcmdKjTDA

“zoot allures” riguarda anche il primo indirizzo email che ho avuto in assoluto… mi ricordo che lo creai ad Ancona, all’università di ingegneria.

scelsi “zootallures@freemail.it”

prima di scrivere questo post.. ho cercato quell’indirizzo su google.

ho trovato qualcosa 🙂

..un sito dove le persone si scambiavano le regolazioni del multieffetto Lexicon Vortex per creare nuovi suoni

vortex

ho un mal di testa che mi spacca in due.. ma la spinta a scrivere questo post è stata troppo.. più forte 🙂

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Frankienstein

October 22nd, 2010 | Category: vita

“Gli antichi maestri di questa scienza promisero l’impossibile e non giunsero a nulla. I moderni maestri promettono davvero poco; sanno che i metalli non possono essere trasmutati e che l’elisir di lunga vita è una chimera. Ma questi filosofi, le cui mani sembrano fatte solo per frugare nel fango, i cui occhi sembrano fissarsi solo sul microscopio, o sul crogiuolo, hanno compiuto miracoli. Essi penetrano nei recessi della natura e ne rivelano l’opera segreta. […] Hanno acquisito nuovi e quasi illimitati poteri, possono comandare il fulmine nel cielo, simulare il terremoto e prendersi gioco del mondo invisibile con le sue ombre.”

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Ordine

October 12th, 2010 | Category: sogni,tmrc,vita

httpv://www.youtube.com/watch?v=FzKgcVCeIlg

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articolo

April 18th, 2010 | Category: vita

trascrivo volentieri quest’articolo di Michele Serra, apparso sul Venerdi’ di Repubblica della scorsa settimana (9 aprile 2010)

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Nell’era della chirurgia plastica anche il disagio e’ un neo da togliere

Chi c’e’ dietro il dilagante potere delle case farmaceutiche? Ma e’ ovvio: ci siamo noi. Non siamo solo le vittime, non siamo solo i complici, siamo anche i mandanti della medicalizzazione della vita. Se ogni disagio diventa un insopportabile dolore, se ogni mancanza diventa una voragine nella quale temiamo di sprofondare, la nostra soggezione all’aiuto farmacologico, al sostegno psicologico, aumenta in progressione geometrica.

Accettare l’imperfezione, sopportare il limite, non sembra una qualita’ del nostro tempo. Peccato che niente sia piu’ vulnerabile (meno perfetto) dell’ansia di perfezione: ci rende insicuri, fragili e permeabili ad ogni speculazione sulla nostra fragilita’.
Se il timido, il nervoso, il troppo sensuale, il vivace si convincono della natura sindromica di un tratto della loro personalita’, ecco che aumenta a dismisura il target degli impasticcabili. In fin dei conti poter medicalizzare un difetto, o un ingrediente indigesto del nostro carattere, ci permette di estroiettarlo: non sono io, “quella cosa li'”, e’ un accidente, un’intrusione, un virus, un corpo estraneo del quale liberarmi.

Alla chirurgia di massa minaccia di sommarsi anche la smania di estirpare i difetti, veri o presunti, della nostra fisionomia psicologica. E la “personalita perfetta”, cosi’ come sortisce da questo quadro ossessivo, assomiglia molto al “volto perfetto”, prodotto dai bisturi: seriale, omologato, con i connotati individuali cancellati insieme alle rughe. Come se la scrittura della vita contenesse tali e tanti errori che e’ piu’ prudente, piu’ rassicurante azzerarla.

(Meglio non avere faccia che averne una troppo impegnativa, sembrano dirci i volti piallati di migliaia di signore. Qualcuno deve averle convinte che l’eta’ e’ solo una sindrome: il tempo e’ una malattia?)

Credo che “disagio” sia la parola chiave. Nei nostri anni ogni normale sottozero invernale diventa “gelo polare”, e ogni normale canicola estiva diventa “caldo record”.
E “Italia paralizzata dal gelo” e’ il titolo terrifico – e rituale – che accompagna il ritardo dei treni, gli ingorghi causati dalla neve, le astanterie che si affollano di anziani fratturati, insomma una straordinarieta’ cosi’ prevedibile da far parte, a pieno titolo, della normalita’.
Una specie di pigrizia nevrastenica (ossimoro) ci fa considerare inaudito e insopportabile qualunque intoppo, qualunque fatica straordinaria. Se ogni disagio diventa “emergenza”, ogni stato di malessere diventa “malattia”. E in un paio di generazioni siamo passati dal negazionismo bigotto (quando la depressione, lei si’ una sindrome in piena regola, era considerata un banale cattivo umore) all’estremo opposto: una credulita’ disarmata di fronte alla medicalizzazione di tutto.

Salutismo compulsivo e ipocondria di massa mi sembrano fortemente alimentati dalla dilagante incapacita’ (questa si patologica) di affrontare il disagio.
Non il dolore, o la tragedia, o la morte: il disagio. La normale fatica di convivere con ostacoli esterni e interni, intoppi sociali e privati.
Qualunque cosa che appartiene al corso quotidiano delle cose. L’abitudine alla nostra inadeguatezza, quel famoso “sapersi accettare” che a partire dal mondo classico e’ uno degli obiettivi della maturita’.
Suscita una ragionevole paura un mondo che crede di poter “guarire” da se stesso con una pillola, anzi con mille pillole per ciascuna delle mille inquietudini che ci fanno compagnia.
Fa paura perche’ e’ – soprattutto – un mondo immaturo, non adulto.
Suggestionabile. Continuamente bisognoso di una “guida” esterna.
Il miglior mondo possibile per chi vuole vendere non solo pillole, ma tutto il vendibile.

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questo giorno (13/3/2010)

March 13th, 2010 | Category: vita

che poi, in realta’, e’ il giorno prima di.

sembra un giorno particolare. come ho cominciato la giornata?

mi sono svegliato e ho fatto colazione. nel durante, ho proseguito ovviamente il mio Progetto.

cos’e’ questo Progetto? e’ un parto della mia ipocondria, credo.

un bel giorno mi sono messo in testa di riascoltare tutto cio’ che avevo in camera, e tutto cio’ che avevo sul computer in mp3.

tutto. proprio tutto. cassette, cd, etc..

perche’? mi rompeva un po’ l’idea di “avere” delle cose ma di non averle usate.

un po’ quello che penso delle decine e decine di libri che ho in giro per casa.

non andrebbero sprecati!

e cosi’ mi sono detto: ok, da oggi (era Settembre) ascoltero’ tutto, cosi’ come si trova.

in ordine di posizione per le cassette e i cd, e in ordine alfabetico per la roba che e’ sul computer.

da circa 1 settimana ho finito di ascoltare le cassette. a spanne, circa 200.

non so come, ma tra le cassette ce n’era finita una diciamo.. particolare.

sul lato A c’era un software, roba del Commodore 64.

Ma io non ho ceduto. Ho ascoltato circa 20 minuti di rumori e suoni tipici di quando si metteva una cassetta del commodore sullo stereo (come non provarci?).

Ad un certo punto, lo giuro su quello che volete, cambia lo scenario.

Si sente una voce di donna. Lipperli’ ho immaginato che fosse una conferenza, oppure una guida turistica che spiegava cose a persone.

Si sentiva anche un certo “riverbero”.. tipo aula, salone.

Dopo un po’ comincio a sentire e distinguere bene anche le parole. E ho capito che era una lezione di italiano. Era forse una registrazione di mia mamma a scuola? La voce non sembrava..

E poi ho capito. Era un nastro che avevo fatto io, un giorno del primo liceo, quando ho portato nello zaino il registratore. E poi si sente la campanella. E poi un casino tipo “tumulto degli schiavi liberati”, e poi il tragitto di ritorno verso casa.

E si sente la voce di R., che a un certo punto canta una canzonaccia “…c’e’ chi le chiama baldracche…” – e poco piu’ avanti mi propone di mettere i soldi insieme per compare un mixer. Altri tempi

In un’altra cassetta ho beccato invece una cosa ancora piu’ miracolosa: una registrazione di quando avevo 6 anni, e stavolta a premere “REC” non ero io, ma mia madre, che mi fa un’intervista.

Mia mamma mi chiede se voglio bene a tutti i parenti, uno per uno.

e io rispondo: “si.. la zia.. mia piace” – “si .. tu mi piaci, mi piace la tua bocca rosata” – “tu e papa’ e la stanza del matrimonio” (alias la camera da letto).

e poi c’e’ un’intervista a me e ai miei cugini. mia mamma intervista prima Paola, poi Marisa e poi Matteo. poi arriva a me e io.. con voce singhiozzante, dico “mi sono stufato.. voglio morire”. all’eta’ di 6 anni. altro che questi cazzo di EMO che vanno in giro adesso!

tutto questo per farvi capire che.. il Progetto ha avuto la sua ricompensa. andava fatto.

quelle cose andavano riscoperte (immaginate la gioia di mia madre nel risentire quella registrazione).

ok andiamo avanti.

poi sono andato a trovare F. e D. al loro negozio, e ho portato loro un regalo: una confezione da 16 di pocket coffee.

ci sono andato a piedi, mi faceva piacere camminare. dopo tanto stare seduti..

abbiamo parlato un po’, c’era la proposta di andare in un nuovo locale sulla via Vestina. io ho detto che ci pensavo.. ma avevo praticamente gia’ il mio programma: sto a casa e mi guardo Lost 6×06 by verzaverde.

poi F mi ha riaccompagnato a casa.

a pranzo mi sentivo molto stanco. sbadigliavo sempre. e mi sentivo un po’ preoccupato..

non mi andava tanto di farmi un caffe’ perche’ avevo gia’ preso un pocket coffee  un’ora prima (………… non ridete).

alla fine ne ho bevuto un po’. e sono andato alla CGIL, dove c’era la penultima lezione del corso su Linux del Pescaralug

pierpaolo mi ha visto e mi ha detto “che hai fatto? ti vedo strano..”

MAI DIRE UNA COSA DEL GENERE A FRANCESCO POLITI

poi mi sono visto con M. e si e’ parlato un po’ dell’ansia etc… Non mi piace la soluzione di M.: ha a che fare con i farmaci.

io non voglio i farmaci. o meglio: sono una soluzione temporanea.

io voglio capire e spiegarmi perche’, ogni tanto (ma direi spesso), devo subire quei 20 minuti di sensazione di pericolo… che non mi fanno godere la vita, che mi fanno sembrare qualsiasi cosa una prova insormontabile.. andare alle prove, andare a cena fuori, etc..

dov’e’ “la mia antica convinzione di forza”? (cit.)

poi sono stato  a Nuvola Rossa, con gli amichetti del computer.

ho offerto un giro a tutti. per me, stare con gli amici del computer e’ stato sempre diverso.

voglio dire.. io sono pigro per gli spostamenti in generale. gia’ se devo andare a casa di qualcuno a cena mi rompo le palle solo all’idea.

pero’, quando si tratta di muoversi con loro per andare da qualche parte.. anche “lontano” (es. all’hackmeeting a Napoli 🙂 .. niente.. come se esistesse il teletrasporto: non mi pesa  per nulla.

secondo me e’ perche’ si da’ per scontata una ben determinata serie di dinamiche interpersonali, in cui sostanzialmente ci si lascia molto spazio, senza troppi problemi.

questo e’ bello, molto.

poi.. sono stato al negozio “La foglia”, in via del santuario, dove lavora il mio amico Stefano.

di default sarebbe un negozio di intimo per donna. oggi invece li’ c’era un aperitivo-inaugurazione di una mostra.

esponevano diversi artisti, che hanno fatto le cose piu’ disparate, tra cui le buste regalo con i disegni sopra.

prima di andarci avevo chiamato F , le ho detto se voleva raggiungermi li’ ma non poteva.

mi ha ridetto che sarebbe andata con D. in quel locale.. io ho detto che ci pensavo..

li’ a “La foglia” ho visto L, che ho conosciuto quest’estate.

lo avevo contattato perche’ avevamo bisogno di qualcuno che ridesse una pittata alle pareti di casa nuova, ossia buenRetiro.

l’ho incontrato un paio di volte. un tipo molto tranquillo. poi alla fine io e Mauro abbiamo deciso di fare da noi, il che e’ stato bello.

oggi insomma ho rivisto L.

lui mi stava davanti, e parlava al cellulare. poi ha finito la telefonata.

io gli ho detto  “scusa.. ho origliato.. hai detto che a mezzanotte fai il compleanno?”

“si”

e ci siamo abbracciati. chi l’avrebbe detto, nati nello stesso giorno.

dopodiche’ ho richiamato F, le ho ruttato al telefono, e le ho detto “fanculo, vengo pure io al locale”.

sono tornato dai miei, per cena. mia madre, stessa cosa: “ti vedo un po’ sbattuto”.

io ho detto “sara’ la birra..”

papa’ e’ entrato qui in camera, mentre ascoltavo un cd (sempre Progetto eh!).

di solito e’ una musica molto lontana dai suoi gusti.. non mi ha mai chiesto informazioni.. oggi invece si’.

stavo ascoltando i Mogwai.

CAZZO e’ gia’ arrivata F.
non rileggo nulla, pubblico cosi’ com’e’.

le diro’ se mi accompagna al bancomat. devo fare una ricarica sul cell.
vorrei chiamare trolls in Brasile per farmi dare gli auguri :**

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Prefazione

December 18th, 2009 | Category: tmrc,vita

..diAnna Rambelli, all’opera “Appunti di informatica libera” di Daniele Giacomini

Finito il regno della meccanica, inizia il regno dell’informatica. Voglio fare una riflessione che possa servirti da incitamento e da incoraggiamento per elevare il tuo animo, per approfondire il culto della scienza. Io intendo «la scienza» quel sapere che mai, per nessun motivo, ti porta lontano da ciò che sono i principi elementari e di base della persona e che mai vanno contro a ciò che io intendo «dignità» dell’uomo.

Il libro non vuole essere solo uno strumento meccanico. Aggiungi a tutto questo sapere il calore di un sentimento, di una comprensione che ti porti al di sopra di ogni bassa intenzione.

L’umano vivere è così semplice che di fronte all’evoluzione dell’informatica, potrebbe anche essere soffocato e imprigionato da questa enorme invenzione che proietta il tuo pensiero verso mete e orizzonti così vicine e nello stesso tempo così lontani. È cosa meravigliosa tutto questo e tu cerca di viverlo con accortezza, ma sempre con la precisa intenzione che i tuoi piedi appoggiano sulla terra. Non permettere al tuo pensiero di allontanarti troppo da questa realtà. L’informatica potrebbe prendere il sopravvento e portarti lontano dalla tua identità e dal tuo essere morale. Non permettere che questo ti nuocia procurandoti un’insensibilità e un’incapacità a dialogare con il tuo simile. Il silenzio che regna tra la tua persona e la macchina che ti sta di fronte non può diventare il silenzio della tua vita. Ricorda sempre che la comunicazione di cui hai bisogno e di cui la tua anima necessita, è non solo verbale, ma soprattutto è fatta di sentimenti e di emozioni.

Mi meraviglierei molto se tu, uomo di sapere e di sapienza, ti lasciassi andare a questi automatismi senza usare anche la tua anima. E sarei molto incredula se qualcuno mi dicesse che questo sistema di comunicare, l’informatica, ti portasse a quella schiavitù che i tuoi avi sono riusciti a debellare con il sangue e con la sofferenza. Ma questa, sappi, che sarebbe una schiavitù alla quale non potresti mai ribellarti, perché tu stesso l’hai creata, imbalsamando il tuo pensiero, la tua anima e le tue emozioni nell’involucro del tuo corpo.

La storia porta continuamente esempi di rivoluzioni nel campo delle invenzioni e delle scoperte. Anche questa si può considerare un’era nuova. Questo inizio di secolo racchiude delle innovazioni molto tecnologiche che fra qualche anno, sicuramente, avranno capovolto il modo normale del vivere. Sta sempre nell’intelligenze e nella capacità intuitiva dell’uomo usare questa rivoluzione informatica per un uso costruttivo ed equilibrato. È facile che questa nuova tecnologia possa sfociare in situazioni estremamente pericolose.

Nell’uomo è sempre presente la scintilla della ricerca e del desiderio di scoprire tecnologie o sistemi nuovi in tutti i settori, per poi migliorare sia il tenore di vita, sia l’insieme dei sistemi economici. Questo rientra nel progresso, nell’evoluzione umana. La tua attenzione per questo nuovo mezzo, deve prima portarti a fare una piccola riflessione, in modo da usarla per diminuire la tua fatica, ma nello stesso tempo per affinare le tue capacità personali; intendo con questo i tuoi principi, la tua morale e soprattutto la tua identità.

L’informatica serve per aumentare tutte le risorse a tutti i livelli, ma ha un grosso limite che tu devi considerare e di cui devi renderti conto immediatamente. Altrimenti, se ti lasci dominare e se ti lasci prendere dal fanatismo e dall’euforia di questo, rischi di inaridirti, di perdere la dignità dell’essere umano che ha una personalità, dei sentimenti e una morale. Questa è la cosa più importante, per cui ti devi impegnare a far sì che questa macchina non prenda il sopravvento sul tuo tempo e non ti faccia diventare schiavo e dipendente.

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Alessandro

November 19th, 2009 | Category: vita

Ma ci sono pensieri che non riesce a trattenere
Ci sono pensieri che lo fanno sentire
come se andasse a tutta velocità in un tunnel
in equilibrio sopra un’asse di legno che corre su due rotaie
Lo fanno restare senza fiato

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testa fra le nuvole

August 19th, 2009 | Category: vita

non credevo che sarebbe successo, e invece.. 🙂

ops

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desideri, parte 2

August 16th, 2009 | Category: vita

farenheit

sono piacevolmente sorpreso dal fatto che la Terapia E (*) mi abbia fatto fare qualche passo avanti sulla comprensione del problema dei desideri.

per farla breve, io credo che in futuro sara’ meglio mantenermi a debita distanza dai miei desideri.

e’ inutile, l’angolo della mia mente etichettato come “desideri” sembra essere il buco nero in cui vanno a finire le mie manie, le mie frustrazioni e (perche’ no?) anche le mie finte prese di posizione.

ed e’ per questo che, puntualmente, mi scopro ad aver desiderato cose che in realta’ non mi piacciono, o che mi interessano poco.
ma tutto cio’ non e’ indolore: prima di capire questo, non mi faccio mai mancare malinconie e/o rimorsi, come se fossi veramente triste.

mi viene in mente il film Fahrenheit 451, in cui i “cattivi” bruciano i libri in quanto ritenuti dannosi per gli esseri umani. perche’? perche’ i libri favorirebbero l’insorgere dei desideri, e di conseguenza porterebbero l’uomo ad essere turbato e infelice.

in effetti, diversi anni fa, quando ho visto il film, non mi sembrava che i cattivi avessero torto.
sara’ stata l’abile dialettica usata per spiegare le proprie ragioni, ma in fin dei conti mi sembrava tutto molto razionale.

e cosi’.. forse gli unici desideri a cui devo prestare attenzione sono quelli che posso soddisfare in 5 minuti.

(*) la Terapia E (“evolutiva”) di cui si parla in questo libro.

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