Sep 23

di brutto.

Category: musica,vita

appena uscito dal lavoro sono andato a Abruzzo Motori per raggiungere Mauro

poi sono salito in macchina sua e siamo andati insieme a Lanciano, a casa di Marco

portavo con me 6/7 (sei settimi) di tiramisù fatto da Zia Gina.

lungo la strada abbiamo preso una bottiglia di vino rosso.

siamo arrivati e.. praticamente abbiamo mangiato subito.

ho mangiato un frammento di bruschetta con non-so-che sopra.. ma era troppo piccante, e l’ho devoluta a Mauro.

poi cous cous, carne bollita, patate, salame..

la cosa insolita è che alle 20:30 praticamente la cena era finita. mi sembrava incredibilmente presto. ma era vero.

poi caffè. poi tiramisù di zia Gina.

e poi.. due chiacchiere. c’era anche la ragazza di Marco, che ormai si occupa anche lei della “cosa” di Marco, ossia dell’etichetta musicale da lui creata.

mi sembra una cosa così teneramente bella.

ho capito diverse cose. ma non le ho capite stasera. le ho capite bene da qualche giorno.

e stasera le ho solo applicate.

ho capito che quando mi scopro ad essere isolato (e annoiato), frustrato, non è sempre colpa degli altri.

questa sera c’erano probabilmente le condizioni giuste perché io fossi facilitato nell’uscire fuori.

la ragazza di Marco (silvia) prima che ce ne andassimo mi ha detto “allora una di queste sere magari io e Marco veniamo a pescara, e ci facciamo un giro insieme (a te) tra i vari locali per vedere dovere fare il “release party””.

 

 

 

 

 

 

 

 

generalmente mi ritrovo sempre tenuto in disparte da molte cose. come se fosse chiaro “che io non me ne posso occupare”.

io detesto essere passivo davanti agli eventi. vorrei essere coinvolto, sentirmi vivo, sentirmi parte di una squadra e avere un qualcosa da condividere.

ecco perché trovo che sia stato molto bello quando mia cugina è andata a casa della madre del uaglione, e come prima cosa,  lei l’ha messa a apparecchiare.

ha subito rotto il ghiaccio, l’ha fatta sentire “a casa sua”.

ecco perché questa sera sono tornato da casa di Marco con 5 CD e un vinile.

http://991.com/NewGallery/Faust-Disconnected-479358.jpg

http://claroimeridiano.files.wordpress.com/2011/01/84aebe0e992fbdc6f3cff62dfc1c03cb_full.jpg

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http://www.deambularecords.com/wp-content/uploads/2010/12/Pineda-COVER-LP.jpg

 

 

 

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Sep 14

memory check

Category: vita

sai.. quando parti, e ti vengono le insicurezze, le paranoie.

voglio riabbracciare i miei cari (cit.)

mi ero promesso di fare una passeggiata con papà questo sabato. poi l’ho anticipata a stamattina.

ma non abbiamo fatto una passeggiata tradizionale. siamo stati la mattina insieme.

gli ho chiesto se aveva voglia di venire a casa mia e mettere due tasselli per appendere un quadro.

e lui c’è venuto volentieri.

una cosa del genere poteva anche essere vista in maniera negativa. come dire: io ti sfrutto. ma non è questo. io l’ho fatto per te. perché so che ti fa piacere.

la macchina di papà stava al parcheggio dietro il tribunale vecchio.

mentre camminavamo verso la macchina, ho intravisto la zingara di turno.

e ho pensato “chissà che dialogo scontroso (nel senso di freddo) avranno se lei prova ad attaccare bottone con mio padre”.

a 1 metro dalla macchina, la zingara ha chiesto “signore, va via?”

mio padre “che premio mi dà?”

e hanno fatto un breve scambio di frasi, al seguito delle quali entrambi hanno riso, e come per miracolo la zingara ha parlato con parole che io non avrei mai immaginato.

mi sembrava una signora.

sono salito in macchina. stupito ancora una da volta da come erano errati i miei pregiudizi.

nel frattempo, ho sentito la zingara tornare in sè, e dire ad una signora qui vicino (signora che voleva il resto), lo stesso discorso che fece a me tipo l’anno scorso “tu.. sei un bravo ragazzo, lavoratore, ma c’hai un pensiero in testa”…

siamo arrivati a casa mia, e io già avevo fantasticato di proporre a papà di restare a pranzo lì, da soli io e lui, visto che avevamo la spesa in macchina e mamma restava al mare con la nonna.

abbiamo messo i tasselli.

anzi, direi piuttosto che ho imparato delle cose.

ecco perché il normale chiodo non entrava. l’intonaco era troppo poco spesso, c’era subito il mattone. ci voleva per forza il trapano.

non mi sono innervosito per niente. in genere in queste situazioni mi viene da fare le cose di fretta, voglio che le cose finiscano presto e bene, e mi innervosisco se sono costretto a “rallentare”.

stavolta no. complice, probabilmente, anche la lontananza dall’ufficio. che sto man mano definendo sempre più chiaramente come un luogo dove la mia vita diventa più brutta.

poi, visto che papà era lì, mi è venuta voglia di fare altre cose con lui.

volevo aggiustare la zanzariera, ma mancava un pezzo.

abbiamo rimesso le tende in camera mia. sono rimasto stupito dal fatto che i “pezzi” ci fossero tutti, sparsi per il balcone, e che miracolosamente niente era stato buttato.

ho proposto a papà di pranzare lì, ma evidentemente non è stato molto entusiasta. e io ovviamente non ho insistito.

durante il viaggio di ritorno verso casa “nostra” ho chiesto timidamente a papà alcune cose. non ho fatto proprio precisamente le domande che avrei voluto.

abbiamo pranzato insieme. pasta con pesto e ricotta. mi sono abbottato, non ho voluto cucinarmi l’hamburgher. ma gli ho fatto il caffè. sto imparando a mettere sempre un po’ più di acqua, in modo che quando il caffè esce arrivi quasi al “limite” anziché fermarsi troppo presto.

ora lui è in camera sua, nel suo studio. e sta scrivendo mail.

io sono andato da lui e gli ho chiesto qual era il suo brano preferito.

lui si è imbarazzato. mi ha detto “non mi sento”. ha detto che era una domanda difficile.

e poi, è una cosa un po’ “a momenti”.

ovviamente non ho insistito.

allora metto qui un video, perché mi ricordo che quando stavo vedendo con lui una videocassetta.. anzi, la stavo vedendo io, da solo, poi lui si è aggiunto.

era “live in berlin” di roger waters. con lo speciale di red ronnie.

e c’era un video .. sulla caduta del muro.

papà si era commosso tanto.

httpv://www.youtube.com/watch?v=ZVItPrpZGhU&feature=related

 

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Sep 3

ieri. e oggi

Category: vita

ieri non volevo restare a casa.

volevo uscire, vedere qualcuno. o magari fare un giro in bici. possibilmente con Paoletto e/o Enrico.

becco Enrico su fb e vedo subito il mio desiderio esaudito:

 

sono arrivato nei pressi di vinieoli.

ho visto Paoletto che parlava con una ragazza che conosco, e che vedevo millenni fa in quanto amica di mia cugina (poi ho perso i contatti).

ho ben pochi dettagli di questa ragazza. in effetti la conosco veramente poco.

mi ricordo (sempre millenni fa) che io e mia cugina una volta siamo stati a casa sua, ma lei non era ancora rientrata.

allora la madre ci aveva aperto e ci aveva fatto accomodare in salotto.

ogni tanto si affacciava, per controllare se magari I. stava rientrando.

a un certo punto ha detto “eccola! sta tornando”.

e poi ha aggiunto “sta camminando con una camminata… che la triterei da qui”

e, forse per pudore, né io né mia cugina ci siamo alzati per vedere con i nostri occhi. io avrei voluto. non so Paola (mia cugina). la sua camminata è sempre rimasta un mistero.

la seconda volta in vita mia che sono venuto a contatto (nell’ambito di un racconto verbale) di qualcuno che aveva un modo originale di camminare è stato quando sono stato..  forse 1 o 2 anni fa, a casa di A., un tecnico elettronico.

lui non è italiano. la figlia stava in Olanda, e aveva tipo 14 anni all’epoca. mi stava raccontando che la figlia era venuta qui a Pescara a stare qualche giorno con lui. stavano passeggiando sulla riviera.

A. aveva raccomandato alla figlia di fare attenzione mentre attraversava. Lei aveva rispettato questo consiglio, anche se l’automobilista che si era fermato per farla passare aveva visto una quattordicenne fare la ruota sulle strisce pedonali.

vorrei avere una figlia così 🙂

bene.

cmq, ho parlato un attimo con I.

le ho chiesto: “dove hai comprato questi pantaloni?”

lei mi ha detto che li ha presi a Viterbo.

io le ho detto: “sono proprio belli”

lei: “grazie.. non sai quanto è importante per me questo complimento stasera”

chissà. forse stava con un uaglione che le rompeva il cazzo perché “non si vestiva bene”. chissà. ma proprio ieri sera, era importante.

poi mi ha ricordato che da piccoli, a casa di paola, ci menavamo regolarmente. me l’ero scordato. ci siamo ripromessi di fare a botte quanto prima.

stamattina ho fatto colazione con ferc.

al bar Mixer. 2 cappuccini e un cornetto.

ma il tizio ha chiesto “che ti porto Francé?” (rivolto solo a ferc).

mi è stato in culo, come al solito, perché secondo me un barista che si trova davanti due clienti dovrebbe dire “che vi porto ragazzi?”

quando pago, in genere, faccio sempre la scenetta di riversare gli spicci davanti alla cassa, compreso il plettro.

qualche giorno fa,  G, la tipa del bar, mi aveva chiesto “ma tu suoni?” e altre cose. mi aveva detto che anche il figlio suonava, anche lui quindicenne o giù di lì.

anche stamattina ho riversato gli spicci E il plettro (non avrei potuto farlo se ieri Enrico non me l’avesse ridato), e G. mi ha risposto tirando fuori il plettro del figlio.

se n’era ricordata. forse stava aspettando l’occasione per farmelo vedere.

il plettro suo era più bello. c’era scritto Abbey Road.

 

 

 

 

 

 

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Aug 27

La custodia

Category: musica,vita

(dalla rivista Chitarre, n. 90, Settembre 1993)

Robert Fripp: “[…] Ricordo che il batterista mi diceva che quando stava a Londra – che era abbastanza inospitale a quel tempo – scoprì che vi erano due tipi di persone che non sarebbero mai state picchiate dalle bande di teppisti locali: le cameriere e i musicisti”.

Vernon Reid: “E’ buffo. Ricordo che quando ero giovane ero solito provare in alcune delle peggiori zone di New York, e nessuno mi ha mai toccato. Ho visto cose piuttosto orribili, ma ne sono sempre rimasto fuori. Semplicemente attraversavo tutte queste scene con la mia custodia per chitarra e non sono mai incorso in alcun problema. Mi sono sempre sentito sicuro per qualche motivo”

 

Ho sempre ripensato alle parole di Vernon Reid. Ovviamente solo per questa intervista mi potrei classificare come un fan dei Living Colour, anche se non ho mai ascoltato un loro brano, ma posso rimediare presto.

Anche io mi sono sempre sentito protetto dalla mia custodia per chitarra.

La custodia su cui è attaccato un adesivo “TU sei più forte di qualunque droga”.

Un amico mi disse che era una bellissima frase, ma che non era vera.

Beh, difficile dire chi abbia vinto 🙂

Mi piacerebbe saper suonare un brano del genere.

Se fossi improvvisamente circondato da teppisti, potrei dire “ALT fermi tutti.”. Potrei tirare fuori la chitarra e suonare questo pezzo.

Forse mi salverei

httpv://www.youtube.com/watch?v=6lbvSBNLLoo

 

 

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Aug 12

jam

Category: musica,vita

secondo me, per le edizioni future, non andrebbero mischiate persone con strumenti elettrici con persone con strumenti acustici
parlo a ruota libera.
ieri avevo forse più bisogno di suonare “io” che di accompagnare.
ma mentre accompagnavo, ho fatto dei paragoni.
mi è sembrato che.. fosse una metafora della vita, quasi.
in cui devi, a volte, supportare gli amici. fare quasi l’operaio di qualcosa (l’operaio-amico, l’operaio-accompagnatore, l’operaio-prestasoldi, l’operaio-autista, …)
ci trovavo un senso di “missione”.
poi però ho dovuto interrompere.
non mi stava piacendo.
sentivo che c’erano note stonate. ma proprio stonate tecnicamente. tra me, gli altri.. forse ero anche un po’ stanco.
e c’era pure qualcuno a cui puzzavano i piedi
e anche questa è una metafora della vita.
ecco quello che faccio, abitualmente, davanti al confronto con la vita :))

rimando, rinuncio. mi metto a guardare.
mi metto ad essere spettatore

ma è così male aspettare il momento giusto per affrontare determinate cose? magari aspettare il momento in cui ti senti non-depresso e invece pieno di vita?

mi resta un ricordo.. proprio per tutte queste cose che ho scritto, mi resta un ricordo di ieri.

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Aug 11

promemoria

Category: vita

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Aug 10

Un genio

Category: vita

o forse semplicemente un ubriacone.

Spesso non sono sicuro di capire. una persona che mi sta parlando, un film, un libro.

Spesso mi sembra che quella tal scena dovrebbe avere, per tutto il resto del Mondo, un significato univoco, chiaro. Ma per me non lo è.

O meglio non mi arriva. E quasi guidato da un’ansia “oddio devo trovare una spiegazione per forza” riesco a trovarne una.

INTRODUZIONE.

Un conferenziere aveva deciso di dimostrare una volta per tutte a un gruppo di alcolizzati che non esiste flagello peggiore dell’alcool. Sul palco, aveva davanti a sé due recipienti pieni di un liquido incolore, apparentemente identici.

Disse che uno conteneva acqua schietta, l’altro alcool non diluito.  Mise un vermetto in uno dei recipienti, e tutti video che, dopo aver galleggiato un poco, esso si dirigeva verso la parete del vaso e poi si arrampicava fino all’orlo. Il conferenziere allora lo prese e lo mise nel recipiente pieno d’alcool. Davanti agli occhi di tutti, il verme si disintegrò. “Ecco” disse l’oratore. “Quale morale se ne può trarre?”

Dal fondo della sala si udì distintamente una voce: “Che se bevi alcool ti vanno via i vermi”

 

Quale dovrebbe essere il messaggio? Perché io ci ho letto questo:

il conferenziere era sicuro di sè. era convinto di avere la verità, e che la gente avrebbe appreso da lui questa verità. ossia che l’alcool è male.

invece l’ubriacone in fondo alla sala gliel’ha messa al culo. perché ho trovato una cosa bella

 lì dove non era previsto che ci fossero cose belle.

 

 

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Aug 7

intercept

Category: vita

a volte mi sento come se volessi vivere due vite distinte

come se ci tenessi a nascondere certi aspetti della mia vita. o per pochi intimi

e poi si creano piccoli blocchi , come ad esempio “che faccio su facebook? addo mio zio, mia zia, oppure no?”

istintivamente ti viene voglia di no, di non farlo. però ti costringi ad accettare dei piccoli conflitti.

ieri ho visto che mia nipote Giulia ha facebook.

un po’ ne sono rimasto affascinato. pensavo.. che è bello avere un collegamento con una persona così più piccola, che appartiene ad un mondo così diverso.

non è solo un modo per accedere a informazioni.

è anche un modo per darne..

un modo per permettere a certe persone di conoscere qualcosa in più di me.

quindi.. ben venga questo blog. ben venga facebook.

sembra che sia un aiuto per rivelarsi per quello che si è.

 

 

 

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Jul 23

travellers

Category: vita

ho sentito t. ieri sera.. mi ha proposto di mangiacciare una pizzetta con la band. i travellers appunto.

io ho accettato di buon grado. mi sono anche semi-offerto di andarle a prendere io le pizze, e portarle a loro.

meglio di no.

ho inserito il wah di L. nello zaino e sono partito. non ricordo cosa ho ascoltato in macchina.

sono arrivato davanti al cancello di A. e ho cercato di chiamare t. sul cellulare, per farmi aprire.

non ha risposto. però il cancello si è aperto ugualmente.

pensavo “magari.. ”

invece no. c’era una macchina di un altro abitante di quel palazzo che stava uscendo. e mi sono intrufolato.

sono salito e stavano nello studio, più o meno il discorso sul dove prendere le pizze è nato subito. io ho proposto “donna tina”.

sono uscito con A., non prima di aver trascorso, dopo anni, qualche secondo nella sua cameretta.

e ho detto “mannaggia a me”. lui: “cosa?” io: “avrei voluto esserti amico da prima”

mi sembra che A. sia una persona.. stimolante. oddio, tutta la loro cricca lo è.

e poi, A. (così come tutta la loro cricca) parla benissimo. sembra che il test d’ingresso per farne parte sia “saper parlare bene”. infatti io li frequento come spettatore ammirato 🙂

 

donna tina ci ha inculato. niente pizze, stavano per chiudere. lì ho incontrato uno della Metro (o2, oppure nitro).

gli ho detto “che strano.. sai che ora la sede della Metro è proprio QUI DIFRONTE?” – e ho indicato il vicoletto, dove c’è anche la sede di phtv.

siamo stati a trieste.

4 pizze a testa. 6 euro a testa. ma io ne ho mangiate solo 2.

mi piace pensare che le altre mie due siano finite nella pancia di michele il Greco.

abbiamo ingerito le pizze.

poi c’è stato il momento del caffè. non mi ricordo chi l’ha preparato, ma l’ho versato io.

mi sono voluto prendere questo incarico.

mi ricordo che a un certo punto Manuel (?) mi ha tanato che con la mano destra versavo il caffè in una tazzina, mentre con la sinistra reggevo una tazzina a mezz’aria, con il caffè già dentro.

M. “perché reggi la tazzina?”

io “non lo so”.

sono un po’ sicuro che M. in qualche modo aveva bisogno, ma proprio un minimo-minimo, di far sentire un po’ stupido qualcun’altro, giusto per sentirsi più “normale” in una città che non è la sua.

poi qualcuno ha telefonato a casa di A.

A. ha inziato a parlare. e ha detto “genero? no.. che vuol dire genero? se mi dici genero non so calcolarlo

ed è nata una discussione per cui il genero è il fidanzato della figlia.

fidanzato?? esiste un termine di questo tipo anche per i fidanzati?

“no, era adattato alla situazione di A. e s.”

poi qualcun altro doveva telefonare. facciamo finta che fosse “X”

X: “come si fa?”

A: “devi premere i tasti del numero desiderato”

X: ” eh ma si sente una voc…”

A: “sì, è la segreteria”

X: “e come faccio?”

A: “ignorala. oppure ascolta i messaggi. e giudicali.”

poi siamo andati nella sala prove. io avevo capito che era vicino il ponte di capacchietti.

invece no. era in via aterno. la sala era stellare. veramente sembrava di essere a Milano.

e il bello è che questa sala era semi-sconosciuta.

come al solito ho provato, senza successo, a fare delle foto ricordo di quei momenti.. ma le foto del mio htc fanno troppo cacare. non c’è verso.

e poi forse è il caso che la smetta di voler loggare tutto quello che vivo.

non deve essere un peso o un obbligo. ecco, ora.. mi fa piacere scrivere questo post.

dopo poco ho avvicinato i due tizi della sala prove, entrambi seduti su un divano, entrambi con due mac sulle ginocchia, entrambi a vedere forum con foto di barche.

e ho chiesto se Bontà era ancora aperto.

mi hanno detto che teoricamente chiudeva alle 22.30

ma era il caso di provare

ci sono andato e.. sì era ancora aperto. gelatone (piccolo, ma abbastanza grosso) con stracciatella & nocciola (il caffè non c’era). + panna.

ovviamente mi si è mezzo squagliato in mano.

le loro prove sono andate bene direi. mi hanno detto che non provavano da un po’, ma a me sembrava che avessero un sound bello compatto.

 

dopo siamo ripassati un po’ a casa di T. e poi .. alla Lampara.

c’era tanta gente.

B (la festeggiata) non ancora arrivava..

sono stato bene, anche se ero un po’ stanco.

e poi è arrivato anche Andrea il fioraio + Roberto.

questa sera vado a sentire il concerto dei Travellers. al Furci Reggae Festival. ci vado perché ho esattamente bisogno di sentire la loro musica.

vado a supportarli. gli voglio bene.

 

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Jul 22

semplicemente ieri

Category: musica,vita

l’altro ieri ho sentito t., in chat, su gmail. non ci uscivo insieme da mesi..

mi ha detto se volevamo vederci a cena. l’altro ieri ero bello stanco.. ho rimandato a ieri.

l’ho chiamato verso le 18:30, quando sono uscito da lavoro, e mi ha chiuso il tel in faccia.

ho pensato “essè.. è partita la suola”..

mi stavo quasi rassegnando. un attimo prima che spegnessi il tel per fare un riposino, mi ha richiamato. stava partecipando ad una riunione (con altre persone) e non poteva rispondere.

mi ha invitato ad andare con lui e b. (la ragazza) a città sant’angelo, ad una sagra di cucina abruzzese + cucina siciliano + relativa guerra tra le due.

ho detto “ok!!”

lui mi ha detto di passare a casa sua verso le 20:30 / 20:45

sono arrivato. ho parcheggiato. ho consultato il citofono.. e non trovavo più i soliti nomi. nel frattempo ho visto lì sotto sua zia, con sua cugina credo.. ho salutato la zia ma non credo che mi abbia riconosciuto (da fuori il cancello).

 

ho chiamato t. sul cellulare. mi ha risposto b., perchè lui era sotto la doccia.

e mi ha aperto.

sono salito e ho visto i genitor di t., il cane, e tutto il resto.

l’atmosfera rilassata, tranquilla, la sensazione “qui sei di casa lo sai”.

e ho visto b. che stava ascoltando un pezzo della band di t., però in cui cantava sopra un’altra persona.

il dubbio era se andare subito a città sant’angelo (<- sono due volte che lo correggo, perché scrivo “antelo”.. la prossima volta lo lascio così), oppure aspettare gli altri del gruppo.

alla fine abbiamo optato per restare lì.. intorno.. nei paraggi.. fare due passi “in pineta”.

abbiamo parlato un po’ di l.

del posto in cui si trova ora. e di come la cosa mi ha sconcertato… vabbè ma questa è un’altra storia.

poi siamo tornati sotto casa di t.

in fondo alla strada c’era già s., la ragazza di a.

appena s. e t. si sono visti da lontano, hanno iniziato a salutarsi sollevando prima la gamba destra (e entrambe le mani), poi la gamba sinistra (e entrambe le mani), poi la gamba destra facendo passare il braccio destro sotto.. etc..

è stata una cosa molto bella da fare.

credo che tutti noi staremmo molto meglio se ci esprimessimo di più e con più convinzione col nostro corpo.

infatti, direi che chi fa teatro, in generale, sta piuttosto bene (moralmente).

salvo bozza.e chiudo la porta di camera mia, che non ce la faccio più a sentire il tg3 con annessa suoneria del cellulare di mio padre (che invece probabilmente non sente nè l’uno nè l’altro).

ooh.

in macchina abbiamo parlato un po’ di mio padre. del fatto che, quando chiamano qui a casa gli operatori di wind, vodafone, etc… è LUI che annoia LORO parlando delle cose più disparate.

siamo arrivati lì e c’era veramente una fiumana di gente.

temevo di dover aspettare lunghi minuti.. invece ho ricavato un panino con la salsiccia in tempi piuttosto brevi.

c’era anche b2. mi ha chiesto se volevo un po’ della sua anguria.

io ho detto “……………dopo”.

in genere una persona media.. avrebbe interpretato “beh, forse non gli va. mò me la finisco e non dico niente”.

invece b2. .. ha lasciato 3 o 4 cubetti di anguria e me li ha messi davanti.

non ti ignora. ascolta quello che le dici.

 oddio oddio.. ho appena sentito la voce scocciata di mio padre. è al telefono con mia madre (che sta al mare).

mia madre sta chiedendo a mio padre di “controllare se gli operai, difronte, stanno lavorando”.

beh, dovrei attrezzare una webcam dal balcone della cucina. però poi mia madre come farebbe a vederla? non importa. la sola idea che c’è una webcam che “dà informazioni” mi rasserena e mi dà un senso di pace interiore.

mm mando un sms a qualcuno in ufficio. probabilmente arriverò più tardi. e non esiste che lascio a metà questo post per finirlo dopo.

bene. la cosa buffa è che DOPO ci siamo spostati nell’area “siciliana” e abbiamo mangiato altre cose.

mi fa ridere perché.. da quando sono nato, il dolce e/o la frutta sono sempre arrivati dopo, alla fine.

invece ieri.. è come se avessi finito la prima parte della cena, conclusa con i cubetti di anguria, e poi avessi ricominciato un’altra cena.

l’arancino era veramente immenso. infatti ne ho mangiato metà.

anche il cannolo era immenso. e.. mi ha fatto molto piacere vedere che quasi tutti, che pure non erano riusciti a finirlo, se lo sono riportati dopo a casa in un sacchetto.

poi mi sono preso un gelato.

poi siamo stati tutti intorno, ad un tavolo, a parlare.. a ridere. beh io.. sono stato molto spettatore.

ammiravo quasi tutti quelli che avevo intorno.

quanto mi piacerebbe saper parlare come loro.

e poi.. siamo tornati a casa.

sempre in macchina, io t. e b.

in macchina, ho fatto sentire un brano mio (quello del post precedente).

dopodiché, io SAPEVO qual era l’mp3 successivo. curiosamente, era un brano di t.

ma non ero sicuro che t. volesse ascoltarlo. o che gli facesse piacere.

così.. quando è finito il mio brano, io ho spento le casse MA ho lasciato acceso il lettore mp3.

avevo in mente di riaccenderlo dopo qualche minuto, quando sicuramente sarebbe passato alla traccia successsiva.

ho fatto un test.. ma .. cazzo troppo presto! c’era ancora il brano di t.

t. si è stupito. diceva.. “ma questo.. sembra il mio brano…”

allora ho riacceso.

era proprio il suo brano. e ce lo siamo sentiti dall’inizio.

dopo di quello… c’era un brano di fky. le petit robot. (*)

ascoltiamolo ora.

a me personalmente piace che una persona ascolti cose così differenti.. senza pregiudizi

abbiamo entrambi lodato l’inizio..

t. “io l’ho sempre detto che kussù è il migliore. io sarei capace di ascoltarmi fky per una notte intera..senza prendermi nemmeno una punta di peperoncino… vedi mò.. mò sto totalmente invasato

è vero. è anche la mia sensazione. la capacità di invasarsi naturalmente.

 a 1:36.. t. ha detto “ecco.. questo è il tipico punto in cui alle feste si sente solo s2. che fa “aooooooooooooooo”

 dai. dai che forse arrivo in tempo in ufficio!!!

 (*) questo brano me l’ha mandato un amico, che in quel momento era in spagna.

mi ricordo che gli ho fatto vedere il post originale, dove ne ho messo solo un frammento, e lui mi ha mandato tutto l’mp3:

in cantiere dodici ore al giorno
un paesotto, diciamo penne, ma nel deserto: qui ci sono solo i mulini a vento di don chisciotte
(e sono comunque riuscito a rimediare un aggressione dal fascio di turno -forse solo un arrogante violento molesto, ma che differenza c’è?- …)

enjoy 

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