Sep 3

ieri. e oggi

Category: vita

ieri non volevo restare a casa.

volevo uscire, vedere qualcuno. o magari fare un giro in bici. possibilmente con Paoletto e/o Enrico.

becco Enrico su fb e vedo subito il mio desiderio esaudito:

 

sono arrivato nei pressi di vinieoli.

ho visto Paoletto che parlava con una ragazza che conosco, e che vedevo millenni fa in quanto amica di mia cugina (poi ho perso i contatti).

ho ben pochi dettagli di questa ragazza. in effetti la conosco veramente poco.

mi ricordo (sempre millenni fa) che io e mia cugina una volta siamo stati a casa sua, ma lei non era ancora rientrata.

allora la madre ci aveva aperto e ci aveva fatto accomodare in salotto.

ogni tanto si affacciava, per controllare se magari I. stava rientrando.

a un certo punto ha detto “eccola! sta tornando”.

e poi ha aggiunto “sta camminando con una camminata… che la triterei da qui”

e, forse per pudore, né io né mia cugina ci siamo alzati per vedere con i nostri occhi. io avrei voluto. non so Paola (mia cugina). la sua camminata è sempre rimasta un mistero.

la seconda volta in vita mia che sono venuto a contatto (nell’ambito di un racconto verbale) di qualcuno che aveva un modo originale di camminare è stato quando sono stato..  forse 1 o 2 anni fa, a casa di A., un tecnico elettronico.

lui non è italiano. la figlia stava in Olanda, e aveva tipo 14 anni all’epoca. mi stava raccontando che la figlia era venuta qui a Pescara a stare qualche giorno con lui. stavano passeggiando sulla riviera.

A. aveva raccomandato alla figlia di fare attenzione mentre attraversava. Lei aveva rispettato questo consiglio, anche se l’automobilista che si era fermato per farla passare aveva visto una quattordicenne fare la ruota sulle strisce pedonali.

vorrei avere una figlia così 🙂

bene.

cmq, ho parlato un attimo con I.

le ho chiesto: “dove hai comprato questi pantaloni?”

lei mi ha detto che li ha presi a Viterbo.

io le ho detto: “sono proprio belli”

lei: “grazie.. non sai quanto è importante per me questo complimento stasera”

chissà. forse stava con un uaglione che le rompeva il cazzo perché “non si vestiva bene”. chissà. ma proprio ieri sera, era importante.

poi mi ha ricordato che da piccoli, a casa di paola, ci menavamo regolarmente. me l’ero scordato. ci siamo ripromessi di fare a botte quanto prima.

stamattina ho fatto colazione con ferc.

al bar Mixer. 2 cappuccini e un cornetto.

ma il tizio ha chiesto “che ti porto Francé?” (rivolto solo a ferc).

mi è stato in culo, come al solito, perché secondo me un barista che si trova davanti due clienti dovrebbe dire “che vi porto ragazzi?”

quando pago, in genere, faccio sempre la scenetta di riversare gli spicci davanti alla cassa, compreso il plettro.

qualche giorno fa,  G, la tipa del bar, mi aveva chiesto “ma tu suoni?” e altre cose. mi aveva detto che anche il figlio suonava, anche lui quindicenne o giù di lì.

anche stamattina ho riversato gli spicci E il plettro (non avrei potuto farlo se ieri Enrico non me l’avesse ridato), e G. mi ha risposto tirando fuori il plettro del figlio.

se n’era ricordata. forse stava aspettando l’occasione per farmelo vedere.

il plettro suo era più bello. c’era scritto Abbey Road.

 

 

 

 

 

 

1 comment

1 Comment so far

  1. Occhialone September 4th, 2011 11:01

    Curioso, anche io tengo il plettro insieme agli spicci; però non li riverso tutti insieme quando devo pagare, piuttosto mi perdo in infinite ravanate per beccare questa o quella moneta.
    :*

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