Oct 5

bip bip

non so. ogni tanto ci ripenso, a quel pomeriggio di Giugno 2020 (credo fosse Giugno)

quando ero a casa con mamma, e ho sentito in lontananza il tipo “beep” di un mezzo che fa retromarcia, e ho capito/immaginato che fosse l’ambulanza di papà, che ce lo riportava a casa, dopo quasi 1 mese di ricovero

la cosa buffa/inspiegabile è che uno prova _sempre_ a tentare di “spiegarsi” il vissuto, le cose che gli succedono.

tipo io: mi chiedo.. o quasi desidero, immedesimarmi in quello che provava papà

come si sentiva, mentre era riportato a casa?

capiva?

soffriva fisicamente?

era triste?

perché mi interessa saperlo?

davvero non lo so.

forse… questo “calarmi” dentro i pensieri e le emozioni di qualcun altro, è l’unico modo che io reputo “legittimo” per dire: “OK. c’ero anche io con te, in quel momento. ti capivo, ti ero vicino. non ti ero indifferente”

sempre con questa cazzo di storia che tutto, tutto, è un esame.

una valutazione, un giudizio.

No comments

No Comments

Leave a comment